domenica, ottobre 04, 2009

LE ISTITUZIONI E LA DEBACLE DEL PD SULLO SCUDO FISCALE

Sullo scudo fiscale si sono avute due votazioni, uno per la sua incostituzionalità e l’altra per la sua approvazione. In ambedue i casi si sono registrate ‘assenze’ significative sia nel centrodestra che nel centrosinistra.

Eppure nella votazione finale il PD più di altri dell’opposizione ha ‘sottovalutato’ questo fatto, tanto che ancora molti suoi parlamentari (22) ‘giustificati’ e ‘non’ restavano ‘
assenti’ consentendo l’approvazione per soli 20 voti della legge tanto ‘invisa’ dal momento che nel centrodestra mancavano 35 deputati più 5 del gruppo misto.

In questo video le giustificazioni di D'Alema e Morassut sulle assenze in aula al voto. Giudicate voi! Sinceramente a me come a molti del popolo della sinistra medesima sembrano ‘patetici’.


agoramagazine
03 ottobre 2009
Scudo fiscale, le giustificazioni del Pd

Cosa sta succedendo alle opposizioni ed al PD? Da questa ‘confusione’ ne esce bene solo Di Pietro dell’IDV che ‘attacca’ tutti quelli, perfino il Capo dello Stato che non hanno fatto ostacolo ‘reale’ alla legge che poteva ben essere ‘bloccata’. Invece le opposizioni hanno fatto ‘mancare’ il voto determinante e Napolitano si è affrettato subito dopo a promulgarla.

Già rinviarla alle Camere in prima istanza avrebbe avuto un grande impatto e significato, anche se doveva poi promulgarla obbligatoriamente. Ma non l’ha fatto! Perché questa fretta? Eppure il Presidente proviene dal PD! Eccesso di zelo da arbitro al di sopra delle parti? Altri Presidenti hanno fatto di più.

Come si spiega tutto questo? Secondo me, a giudicare da quanto viene riferito da vari commenti di diverso colore politico, la situazione che si è venuta a creare è ben più grave di quanto si possa ‘pensare’ e che da questa situazione il PD ed in generale tutte le opposizioni sono state colte di ‘sorpresa’.

Di fronte al voto di fiducia posto per ‘approvare’ o far ‘cadere’ il Governo, i voti ‘assenti’ del centrodestra appartenevano quasi tutti al gruppo che fa capo a Fini. Che abbia egli ‘inviato’ un segnale alle opposizioni che però non hanno ‘capito’? Che oggettivamente vi sono ‘persone’ anche a sinistra a cui fa ‘comodo’ lo scudo? Certamente, ma non può bastare! La questione è troppo grossa e richiama grande attenzione specialmente dell’elettorato di sinistra!

L’unica cosa che viene da ‘pensare’ è che le opposizioni in primis il PD non se la sono ‘sentita’ di far ‘cadere’ il Governo adesso, non sentendosi ‘pronti’ ad affrontare le ‘elezioni anticipate’ nel momento in cui Berlusconi ‘gode’ ancora di un consenso importante nel Paese.

Un rischio molto grave per la democrazia e per le istituzioni se il Cavaliere, nonostante tutto, venisse ‘rieletto’. Egli e tutta la sua ‘corte’ avrebbero questa volta ‘il potere sufficiente’ per agire contro le Istituzioni e tutti coloro che lo avversano, a cominciare proprio dal suo alleato Fini. Un pericolo troppo grave per la democrazia del nostro Paese! Speriamo solo che presto lo stesso PD lo possa ammettere!
Raffaele B.

REUTERS
Scudo fiscale, Di Pietro: Napolitano non doveva firmare
domenica 4 ottobre 2009 11:04
ROMA (Reuters) - Il capo dello Stato non avrebbe dovuto promulgare il disegno di legge di conversione delle correzioni allo scudo fiscale approvate in via definitiva due giorni fa dalla Camera, dice sul suo blog il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro.
Ieri Giorgio Napolitano, rispondendo ad alcune persone che durante una visita in Basilicata gli urlavano di non firmare il provvedimento sullo scudo fiscale, ha detto: "Non firmare non significa nulla. Nella Costituzione c'è scritto che il presidente promulga le leggi. Se non firmo oggi, il Parlamento rivota un'altra volta la stessa legge ed ... a quel punto io sono obbligato a firmare".

"Il capo dello Stato non avrebbe dovuto firmare l'amnistia fiscale, né tanto meno negarne la gravità prima di farlo... Queste sono le parole di un presidente della Repubblica che in questa legislatura ha firmato di tutto e lo ha fatto spesso entro le 24 ore", commenta Di Pietro, secondo il quale "questa porcata non andava promulgata".
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"Non è vero che 'non firmare' non significa nulla, i gesti della prima carica dello Stato hanno una forte valenza - prosegue il leader dell'Idv - per la democrazia e per l'immagine delle istituzioni. Se questo è il pensiero di chi la rappresenta oggi, mi domando allora cosa ci stia a fare Giorgio Napolitano dov'è. Se questa è la considerazione delle funzioni spettanti al suo ruolo, se firma perché 'tanto poi dovrà firmare', allora lasciamo promulgare le leggi al Parlamento e smettiamola con le pantomime".

L’UNITÀ
Scudo fiscale, ok finale della Camera sul filo
02 ottobre 2009
l via libera al decreto che contiene anche le norme sullo scudo fiscale è arrivato, per maggioranza e governo, sul filo di lana. Sono stati solo 20, infatti, i voti di scarto tra i no (250) e i sì (270). La maggioranza richiesta per l'ok al provvedimento era di 261 e i deputati del centrodestra erano solo in 9 in più del richiesto.
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Diverse le assenze nei banchi della maggioranza e dell'opposizione al momento del voto finale sul decreto correttivo del dl anti-crisi che contiene anche le misure sullo scudo fiscale. Il via libera è passato con soli 20 voti di scarto. Del Pd mancavano 22 deputati, 6 dell'Udc e 1 dell'Idv. Della maggioranza mancavano, invece, 31 parlamentari del Pdl e 4 della Lega. Cinque le assenze nel gruppo misto.
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Questo l'elenco completo degli assenti nel Pd: Ileana Argentin, Paola Binetti, Gino Bucchino, Angelo Capidicasa, Enzo Carra, Lucia Codurelli, Furio Colombo, Sergio D'Antoni, Stefano Esposito, Giuseppe Fioroni, Antonio Gaglione, Dario Ginefra, Gero Grassi, Oriano Giovanelli, Antonio La Forgia, Linda Lanzillotta, Marianna Madia, Margherita Mastromauro, Giovanna Melandri, Lapo Pistelli, Massimo Pompili, Fabio Porta, Giacomo Portas. I deputati del Pd in missione erano Gianni Farina e Antonio Misiani.
Furio Colombo nel seguito della seduta ha protestato perché il suo voto non è stato conteggiato tra quelli contrari ed ha chiesto la correzione del tabulato.
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La presidenza del gruppo del Pd alla Camera prenderà «immediate sanzioni» per i deputati che erano assenti ingiustificati al momento del voto finale sul decreto con lo scudo fiscale. In relazione al voto finale,la Presidenza del gruppo Pd della Camera rende noto che la presenza dei deputati democratici è stata dell'88.43% e che «dei 216 deputati erano assenti in 22, in quanto il voto dell'onorevole Colombo, presente in aula, non è stato registrato elettronicamente, ma è stato prontamente segnalato e corretto».Undici parlamentari erano assenti per malattia e due in missione per la Camera ma «per gli assenti ingiustificati, che comunque non sarebbero stati determinanti ai fini del voto, la presidenza del gruppo prenderà immediate sanzioni». Pistelli e Lanzillotta hanno precisato di essere a Madrid su incarico del Pd.
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A dichiarare astensione è stato in particolare il repubblicano Giorgio La Malfa che ha espresso dissenso per il provvedimento dello scudo fiscale che, ha detto rivolgendosi al ministro Tremonti, «è il segno del fallimento della politica economica» che è in realtà una «politica del giorno per giorno». Per il resto il voto ha ribadito le note posizioni espresse in questi giorni con la maggioranza da una parte e tutte le opposizioni a contestare il provvedimento che ora passa alla firma del presidente della repubblica.
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Negativo il giudizio della Cgil. "E' una scelta molto grave, una vera offesa per i contribuenti onesti», ha detto il segretario nazionale Guglielmo Epifani. «E' insieme un condono e un'amnistia, con l'aggravante dell'anonimato che - secondo Epifani - insieme all'impunità per il falso in bilancio e di altri reati penalmente perseguibili, costituisce l'aspetto peggiore del provvedimento: è sbagliato premiare in questo modo chi ha infranto la legge. Grazie all'anonimato di fatto scompare il confine tra capitali leciti, anche se illegalmente esportati, e capitali illeciti tout court. La norma va in senso esattamente contrario alla lotta dall'evasione fiscale".

ILFATTOQUOTIDIANO
Camera, PD e UDC assenti salvano lo scudo di Tremonti
30 settembre 2009
Ieri il Fatto domandava: “Ma il Pd dov'è?”. Ieri, puntuale, il Pd ha risposto: siamo momentaneamente assenti. Almeno fino al congresso. Purtroppo il Parlamento non si ferma: ieri si votava la pregiudiziale di incostituzionalità dell'Italia dei valori contro scudo fiscale (tutte le opposizioni si erano associate). Risultato: presenti 485, votanti 482, astenuti 3, maggioranza 242. Contro lo scudo 215, a favore 267. Traduzione: malgrado la ressa sui banchi del governo, Pdl e Lega sarebbero andati sotto (70 assenze su 329) e lo scudo sarebbe stato bocciato. Peccato che in aiuto del centrodestra sia arrivato il soccorso “rosa”. Quasi un deputato Pd su quattro era altrove (28% di assenze, 59 su 216). Quasi al completo i dipietristi (24 su 26). Più virtuosa del Pd è stata persino l'Udc (8 assenti, 29 al voto su 37). Bastavano 27 deputati di opposizione, quindi, per seppellire il mega-condono. Domani pubblicheremo i nomi degli assenteisti salva-scudo. Ma quattro a caso ve li anticipiamo: Franceschini, Bersani e D'Alema. I veri leader.

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