sabato, giugno 06, 2009

INTERNET - PRIVACY E LIBERTÀ D’INFORMAZIONE

La sacralità della vita privata delle persone va rispettata e perciò mai violata, giustamente! Ma se si tratta di una persona pubblica quale un capo di un Governo di una Nazione quale Berlusconi è, la questione cambia e pure di molto.

Questa figura dovrebbe rappresentare l’esempio positivo di una morale di condotta scevra da comportamenti ritenuti in genere “scorretti” e “moralmente” degradati dal pubblico che ha tutto il diritto di essere informato sul suo comportamento anche nella sua vita privata tanto più se trapelano notizie di scandali.

Il pubblico, attraverso la stampa e la tv, vuole sapere e conoscere i fatti per capire cosa avviene veramente e se il Capo del Governo ne è responsabile o meno.

D’altronde lo stesso Berlusconi ha “messo in piazza” in tv tramite Porta a Porta del compiacente Bruno Vespa una penosa e patetica “difesa” contro la propria moglie Veronica Lario, vittima del solito inganno della sinistra, per avere chiesto pubblicamente il divorzio da lui perché frequenta le minorenni e perché malato e bisognoso di aiuto. A Veronica invece non le fu data la stessa possibilità di andare a Porta a Porta il giorno dopo. Niente par condicio!

Dopo le foto di Villa Certosa si comprende meglio il significato di quelle parole. Ella era a conoscenza di quella condotta da tempo, altro che essere “inforcata” dalla sinistra la quale invece certamente non poteva sapere.

Adesso il solerte avvocato di Berlusconi, Ghedini, con la scusa della privacy “querela” i giornali e i siti web che riportano le foto e le notizie, anziché “rispondere” nel merito per “smentire” con i propri argomenti.

Ciò per fare in modo che le foto medesime diventino “corpo di reato” per fare scattare la CENSURA. Si, la censura per “impedire” al pubblico di informarsi, per evitare che si vedano le immagini specialmente durante le elezioni. Poi si vedrà.

In nessun paese civile e democratico il Governo “attacca” la Stampa con la querela e la censura. Peggio ancora se una delle parti: il Capo del Governo è “immune” alla giustizia e l’altra: la Stampa no!

Nei paesi civili e democratici la Stampa è libera e può dire ciò che vuole e risponde solo alla sua opinione pubblica e il Governo se vuole, risponde alla stampa se no lascia perdere.

Cosa vuole fare ora Ghedini visto che è solo riuscito a FERMARE la Stampa Italiana e le televisioni ma non è riuscito a fermare INTERNET perché nella RETE MONDIALE quelle foto imperversano a tutta birra.
Cosa vorrà fare ora?

NON POTRÀ CERTO QUERELARE TUTTO IL MONDO PER FERMARE INTERNET!

Fermare internet è impossibile! L’unica cosa che potrebbe fare è richiedere l’isolamento dell’Italia IMPEDENDO così l’accesso ai SITI ESTERI. Se il Governo facesse questo butterebbe veramente la maschera e si rivelerebbe per quello che è: ANTIDEMOCRATICO, ILLIBERALE e CENSORIO. Insomma proprio come la Cina e similari.
Raffaele B.

QUESTA CENSURA
di Giovanni Maria Bellu
05 giugno 2009

C’è qualcosa di grandioso e di struggente nella duplice guerra dichiarata dall’avvocato Nicolò Ghedini alla Spagna e al Web. I cittadini iberici ne saranno entusiasti perché somiglia molto a quella combattuta dal loro don Chisciotte contro i mulini a vento. D’altra parte l’hidalgo della Mancha era descritto da Cervantes come “Il Cavaliere della triste figura”.
Nel disperato tentativo di limitare i danni causati dalla “triste figura” del suo Cavaliere, lo scudiero Ghedini ha annunciato che non solo denuncerà El Pais per aver pubblicato le immagini del party a Villa Certosa del club di Topolanek ma intenterà una “azione civile contro chiunque ri-pubblichi in Italia le fotografie pubblicate dal quotidiano spagnolo”.
L’annuncio di una azione finalmente “civile” da parte dei sostenitori di Berlusconi ci sorprende a ci rassicura. Al punto che, grati, riveliamo a Sancho Ghedini un piccolo segreto: Web è l’abbreviazione di World wide web che significa “Grande ragnatela mondiale” . Mondiale, avvocato. Questo vuol dire che se anche lei riuscisse a intimidire la stampa e i siti Internet italiani fino al punto di indurli a non pubblicare niente, i lettori italiani potrebbero con un semplice clic andare sul sito Internet di
El Pais, e vedere quelle foto “innocenti”, come il suo datore di lavoro le ha definite.
E questo accadrà sempre, anche in futuro, perché censurare il Web è molto complicato. E’ proprio come combattere contro i mulini a vento. A meno che, in un aggiornamento del “pacchetto sicurezza” o in qualche piega della futura legge anti-intercettazioni, non non pensiate di inserire un codicillo che consenta alla presidenza del Consiglio di bloccare l’accesso dall’Italia ai siti esteri. Ma un’azione di questo genere non sarebbe affatto “civile” e siamo certi che non la metterete mai in atto.

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