mercoledì, ottobre 22, 2008

SCUOLA E LA RIFORMA IMPOSTA CON LA FORZA

*** AGGIORNAMENTO DEL 24/10/2008
Come volevasi dimostrare il Cavaliere, come al solito “smentisce se stesso” nel suo tipico modo abituale tale da negare la stessa evidenza del video trasmesso
da tutti i media. Qualcuno deve avergli detto della “sparata provocatoria” e “pericolosa” per le stesse sorti del suo governo ed ha “cambiato idea”. Ci fa piacere, ma perbacco un po’ di serietà e dignità da una carica così importante. Ammettere di avere sbagliato è un segno di onestà e di saggezza. Invece l’irrefrenabile Cavaliere continua a coprirsi di ridicolo in particolare di fronte al mondo intero.
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Di fronte alla reazione dell'intero corpo della scuola a tutti i livelli sulla "riforma" Gelmini, Berlusconi e quindi tutto il governo, risponde che impiegherà le forze dell'ordine per impedire l'occupazione di scuole e università.

Nessun governo finora si è spinto a tanto! Eppure quasi tutti i governi che si sono avvicendati negli ultimi 50 anni hanno dovuto fronteggiare manifestazioni e mobilitazioni studentesche contro le loro "riforme". Berlusconi ora lo fa! Cosa spinge un governo per quanto di destra a rispondere in questo modo? É una strada questa senza uscita, una volta imboccata porta ad esiti imprevedibili, è la storia a dircelo!

Che sia un bluff? Anche in questo caso Berlusconi dimostra una grande "irresponsabilità". Egli non comprende che in un paese "democratico" ed industrializzato come il nostro, il governo, per quanto investito di legittimità dal voto dei cittadini non può "imporre" nessuna riforma senza dialogo e senza consenso in particolare di coloro cui la riforma interessa.

La può fare approvare dal Parlamento a colpi di fiducia ma non può aspettarsi che i cittadini interessati accettino supinamente senza reagire. Poi in un sistema democratico tutte le manifestazioni di dissenso sono legittimi per cui è naturale la reazione degli studenti e dei docenti. E
non sono affatto sparuti gruppi minoritari che impediscono ad altri di studiare.

Il governo dovrebbe invece raccogliere le ragioni del dissenso e aprirsi al dialogo invece di chiudersi ancora di più o peggio ancora mandare la polizia a reprimerli con i manganelli. Un governo democratico non agisce così perché non può, altrimenti smette di essere democratico e si pone contro i cittadini e la costituzione.

A quel punto ha due sole possibilità: dialogo e modifica della riforma - oppure - la forza dei manganelli come fosse un problema di ordine pubblico.
Nel primo caso c'è un ravvedimento tardivo che espone il governo al proprio fallimento.
Nel secondo caso imbocca "irresponsabilmente" una strada gravida di pericoli il cui esito è nefasto innanzitutto per il governo medesimo prima ancora che per il Paese.

Perciò in ambedue i casi il governo perde! Un errore politico grave! Succede quando a governare è una sola persona e gli altri sono solo degli “yesman” ben pagati.
Raffaele B.

*** AGGIORNAMENTO *** DEL 24/10/2008
CORRIERE DELLA SERA
RIFORMA CONTESTATA
BERLUSCONI: «IN PIAZZA FRA GLI STUDENTI CI SONO ANCHE GRUPPI DI FACINOROSI»
09:55 CRONACHE Il premier: «Hanno l'appoggio dell'estrema sinistra e dei giornali». Poi precisa: «Mai parlato di polizia nelle scuole». Viminale: «Sì al dissenso, ma fermezza contro le degenerazioni». Il ministro Gelmini: «Convoco gli studenti». Ecco il video che tutti hanno visto e sentito:Video-Le parole di Berlusconi.
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UNIVERSITA-OGGI
UNIVERSITA’: RETTORE AQUILA, ESTERREFATTO DA PAROLE BERLUSCONI
(AGI) Roma, 22 ott. - ‘Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio lasciano esterrefatti. Che non si voglia comprendere il significato di una protesta che interessa trasversalmente tutte le componenti accademiche, dagli studenti al personale docente, puo’ rientrare nelle logiche del gioco democratico e delle opzioni politiche. Ma e’ davvero incomprensibile, e per certi versi irresponsabile, volere trasformare una civilissima e legittima mobilitazione di tutta l’Università italiana in un problema di ordine pubblico.

Il rettore dell’Universita’ dell’Aquila prof. Ferdinando di Orio interviene in merito alla dichiarazione del Presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi, che ha prospettato la possibilità di un ricorso alle forze dell’ordine per impedire l’occupazione di scuole e università. ‘Non solo e’ sconcertante - continua il rettore Ferdinando di Orio - ma e’ davvero pericoloso drammatizzare il livello dello scontro che, come tutti rettori e tutti coloro che hanno a cuore l’Università pubblica ripetono ormai da anni, vuole sostanzialmente portare al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica la drammatica situazione in cui versa l’Università.

Una situazione che i recenti provvedimenti governativi rischiano di compromettere definitivamente’. ‘Ciò che trovo, inoltre, inaccettabile e’ voler forzatamente accreditare l’immagine di un’Università spaccata al suo interno, nella quale una piccola frangia di estremisti impedisce agli “studenti modello” di poter frequentare le lezioni.

Così non e’, perché la stragrande maggioranza degli studenti vuole soltanto una Università migliore e, soprattutto, vorrebbe essere ascoltata dai suoi naturali interlocutori politici e governativi’. ‘Stia tranquillo il Presidente del Consiglio - conclude il rettore Ferdinando di Orio - perché i rettori delle Università italiane, nell’esercizio della loro autonomia istituzionale, sapranno vigilare e non permetteranno che la legittima protesta determini discriminazioni nei confronti di alcuno’. (AGI)
Red/Noc

EURONEWS
Italia
Italia, Berlusconi pronto a inviare polizia contro occupazioni atenei
22/10 18:58 CET

Forze dell’ordine contro le occupazioni delle università. Le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio italianoinfiammano il dibattito sulla riforma della scuola annunciata dal governo.

Da Palazzo Chigi, Silvio Berlusconi respinge l’invito del centrosinistra a ritirare il decreto e attacca giornali e tv, accusati di dar voce solo a chi protesta.

“Vorrei dare un avviso ai naviganti. Non permetteremo l’occupazione di università e di scuole, perché non è una dimostrazione di libertà, non è un fatto di democrazia, ma è pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle famiglie, delle istituzioni e nei confronti dello Stato”.

Dopo i disordini che hanno accompagnato le manifestazioni di martedì a Milano, le mobilitazioni si moltiplicano in tutta la penisola. I portavoce delle associazioni di studenti e insegnanti criticano duramente le parole di Berlusconi, definendole diseducative e provocatorie.

In conferenza stampa, il presidente del Consiglio ha confermato i tagli alla scuola pubblica e la soppressione di ottantaseimila posti di lavoro, tra insegnanti e personale non docente.

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