lunedì, giugno 30, 2008

IL CAVALIERE TRA FACCIA TOSTA E BARATTO

Ha DELL’INCREDIBILE le affermazioni del Cavaliere in un messaggio inviato al convegno della Federazione Italiana Tabaccai con il quale intende difendere l’interesse della COLLETTIVITÀ da quelli di POCHI e che l’azione del governo sarebbe tutta tesa a impedire che gli interessi di questi ultimi PREVALGANO sull’intera collettività (sic).

L’affermazione avrebbe una sua logica se il Cavaliere e il suo Governo non facessero parte di quei “POCHI”, anzi farebbero invece parte della “COLLETTIVITÀ”. Ma ciò NON PUÒ ESSERE perché non affronta i PROBLEMI DELLA COLLETTIVITÀ che sono quelli che sanno tutti: L’INFLAZIONE E I REDDITI DELLE FAMIGLIE ORMAI ALLA VERA EMERGENZA.

Con la scusa di fare “SICUREZZA” finora Il Governo si è attivato contro gli “ZINGARI”, gli “STRANIERI” ed ora si rivolge contro i “GIUDICI”. Si sta impegnando attivamente per modificare le LEGGI PENALI, del PROCESSO e DELL’INFORMAZIONE (limitando la libertà di stampa) con la scusa di “proteggere” i cittadini innocenti (sic) in realtà il Governo lo fa solo per SALVARE IL SUO CAPO DALLA GIUSTIZIA per reati commessi prima di diventare presidente e ridurre la STAMPA AL SILENZIO per impedire il controllo DELL’OPINIONE PUBBLICA, che altro se no?

LA MAGGIORANZA INTERA e tutti i media ad essa assoggettata tenta di far credere che tutte queste azioni che porta avanti siano per il BENE DEI CITTADINI e del PAESE e che chi li contrasta, da di Pietro, pervaso da puro “ANTIBERLUSCONISMO” e “VOLGARITÀ”, a Veltroni ormai “contagiato” da quest’ultimo, siano i soli responsabili della rottura del “DIALOGO”.

DIALOGO che dovrebbe “CONTENERE” anche la disponibilità al “BARATTO” sulle due LEGGI VERGOGNA: se l’opposizione accettasse il “LODO SCHIFANI” (immunità per le alte cariche dello stato tra cui il presidente del consiglio, l’unico che ne ha bisogno!) si farebbe a meno della legge “BLOCCA PROCESSI”. Un BARATTO INACCETTABILE e VERGOGNOSO che naturalmente L’OPPOSIZIONE RESPINGE. La maggioranza se la deve votare da sola assumendosi l’intera responsabilità.

Nel frattempo però il Governo non si occupa dei PROBLEMI REALI dei CITTADINI e del PAESE. Fino a quando il Cavaliere non avrà ottenuta per se L’IMMUNITÀ DALLA GIUSTIZIA e non avrà ridotto la STAMPA AL SILENZIO e forse TUTTI I POTERI, non potrà occuparsi del Paese. E quando purtroppo sarà in grado di farlo ci sarà POCO DA STARE ALLEGRI perché allora comincerà un “REGIME” che nessuno c’invidierà e che riporterà il Paese INDIETRO di molti lustri.
Raffaele B.

REPUBBLICA
Berlusconi: "Giustizia, avanti tutta"
Veltroni: "Pensa solo a se stesso"

30 giugno 2008

Bocchino: "Via il salva processi se l'opposizione vota il lodo Schifani"
Tenaglia (Pd): "Logica mercantilistica, non siamo disponibili ai baratto"

Botta e risposta tra il premier e il segretario del Pd
"Giustizia, si va avanti". "Si occupi dei problemi delle famiglie"

ROMA - "Tante polemiche strumentali finiscono col mettere in secondo piano l'interesse collettivo". Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato al convegno della Federazione italiana tabaccai, torna sulle dure
polemiche sollevate dalle sue iniziative in materie di giustizia. E lo fa riaffermando le scelte prese, assicurando "ogni sforzo perchè l'interesse di pochi non prevalga su quello di quasi tutti" e insistendo "nella direzione che era indicata nei programmi e si incarna nella nostra azione". Nessuna frenata, nessun passo indietro. Scomparsa ogni traccia di dialogo post- elettorale. "Questo governo pensi alle famiglie e non ai problemi di Berlusconi" attacca Walter Veltroni che annuncia, in una lettera all'Unità, il via ad un viaggio attraverso l'Italia. 'Da che pulpito viene la predica di Veltroni, uno che ha ha portato al disastro il Comune di Roma" ribatte il sottosegretario alla presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti.
Dunque, nonostante l'appello al reciproco rispetto dei presidente della repubblica, nonostante gli inviti "alla cautela" che
Bossi fa arrivare a Berlusconi, lo scontro resta aspro. E il presidente del Consiglio va avanti. "Il governo ha scelto di mettere la sicurezza e l'ordine pubblico fra le priorità della propria azione, compresa la volontà di ridare efficienza e forza credibile ad una giustizia che, troppo spesso, delude le aspettative in essa legittimamente riposte" spiega Berlusconi.

Ma Veltroni sposta l'attenzione sull'economia. Imputando al premier di occuparsi di giustizia e non "dei veri problemi dei cittadini". "Chiediamo immediatamente un intervento a sostegno di salari, stipendi, e pensioni. E' questa la vera priorità del Pese e non il lodo Schifani. L'inflazione sale come non accadeva da anni. I prezzi al consumo hanno raggiunto valori che non vedevamo da dodici anni e a salire sono soprattutto quelli del pane, della pasta e degli altri generi di prima necessità" continua Veltroni.
Davvero lontani i tempi del dialogo. "Alcuni atteggiamenti e alcune posizioni sono volgari violenti e contro il dialogo" dice il ministro delle attività produttive Claudio Scajola. Ed è sempre l'italia dei Valori ad alzare i toni. "Che Berlusconi parli di interesse collettivo è quasi una barzelletta" taglia corto Massimo Donadi, capogruppo alla Camera.
Dalla maggioranza Italo Bocchino, capogruppo vicario del Pdl alla Camera, ipotizza la possibilità che la norma 'blocca-processi' venga stralciata dal dl sicurezza, se l'opposizione dovesse dire sì al lodo Schifani. Una sorta di "baratto" che però il Pd ha già rifiutato in passato. E che rifiuta oggi con toni secchi: "E' una logica mercantilista che non ci appartiene: nessuno scambio" dice il ministro ombra della giustizia, Lanfranco Tenaglia. "Da Berlusconi solo chiacchiere" rincara il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro. Bocchino di rimando: "Dialogo impossibile, se faranno ostruzionismo, il governo potrebbe essere costretto a porre la fiducia".

REPUBBLICA
L'ira del Cavaliere: "Mascalzone"
29 giugno 2008
Dopo l'attacco di Di Pietro ("premier magnaccia") Berlusconi si sfoga con i suoi: "Se vogliono sono pronto a tornare al voto".
In preparazione dossier sull'ex pm
di FRANCESCO BEI

ROMA - In Sardegna, dove si trovava per una visita al cantiere del futuro G8 (ormai è certo, si farà alla Maddalena), Silvio Berlusconi ha letto con aria disgustata il dispaccio d'agenzia con gli insulti di Antonio Di Pietro. "Non mi abbasso a rispondergli - ha detto a chi gli era vicino - tanto lo sanno tutti che è un mascalzone".

A Roma tuttavia l'ala del forzismo più militante non è affatto d'accordo nel lasciar cadere la provocazione dipietrista. E in molti ieri, nel tam tam di telefonate per commentare l'uscita dell'ex pm, è riaffiorata la tentazione di costruire un "dossier" aggiornato sul passato del leader dell'Italia dei valori, per tenerlo pronto come arma "fine di mondo" in caso di escalation. Il portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone, lo lascia intuire chiaramente: "Credo che sia proprio venuto il momento di fare luce sulla realtà di Di Pietro e dell'Italia dei Valori"…
SEGUE

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