giovedì, maggio 22, 2008

IMMIGRAZIONE E LA DEMAGOGIA DEL GOVERNO

BENE IL PACCHETTO DI SICUREZZA VARATO DAL GOVERNO BERLUSCONI CHE RIPRENDE SOSTANZIALMENTE QUELLO DI AMATO DEL GOVERNO PRODI (TANTO CRITICATO E MAI APPROVATO) AD ECCEZIONE DEL “REATO DI CLANDESTINITÀ”.

L'INTRODUZIONE DI QUESTO REATO, DA UN LATO "SODDISFA" LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI, DALL'ALTRO INVECE "CREA" NUOVI PROBLEMI AL NOSTRO SISTEMA GIUDIZIARIO, ALLUNGANDO ANCORA DI PIÙ I TEMPI GIÀ LUNGHI FINENDO PER PRODURRE MENO "SICUREZZA".

TANT'È VERO CHE NEL GOVERNO SI È DECISO DI “RIMANDARE” QUESTA QUESTIONE AL PARLAMENTO CON UN DDL ANZICHÈ PROCEDERE IMMEDIATAMENTE CON UN DECRETO PER LE DIVERSE OPINIONI DEI MINISTRI. NEL DECRETO VARATO LA CLANDESTINITÀ VIENE CONSIDERATA SOLO UN AGGRAVANTE.

IL “REATO DI CLANDESTINITÀ”, SENZA UNA “SANATORIA” A PRECEDERLA, E UN SISTEMA GIUDIZIARIO IMPECCABILE, UNA VOLTA INTRODOTTO, FA DIVENTARE "CRIMINALI" TUTTI GLI IMMIGRATI CHE SI TROVANO NEL NOSTRO PAESE SENZA “PERMESSO DI SOGGIORNO” CHE SI STIMA INTORNO A 700.000 PERSONE E BLOCCA LA GIUSTIZIA.

LA MAGGIOR PARTE DI QUESTI LAVORANO IN NERO E QUINDI NON POSSONO AVERE IL PERMESSO PERCHÈ NON REGOLARIZZATI DAGLI ITALIANI LORO DATORI DI LAVORO, E SONO BADANTI, GOLF, EDILI, ETC... ANCHE PERCHÈ LA STESSA LEGGE BOSSI-FINI LO RENDE MOLTO DIFFICILE.

QUESTI IMMIGRATI DOVREBBERO TORNARE AL LORO PAESE, FARE RICHIESTA DI LAVORO PRESSO L'AMBASCIATA, ASPETTARE IL PERMESSO CHE POTREBBE ESSERE RIFIUTATO PRIMA DI POTER RITORNARE A RIPRENDERE L'OCCUPAZIONE. TUTTO QUESTO COSTA MOLTO IN TERMINI DI SOLDI, TEMPO OLTRE CHE AL RISCHIO DI NON POTER TORNARE. NON TUTTI POSSONO OVVIAMENTE PERMETTERSELO.

ALLA FINE LA NUOVA LEGGE NON DISTINGUERÀ FRA GLI IMMIGRATI CHE LAVORANO ONESTAMENTE (SEPPURE IN NERO) DA QUELLI CHE "DELINGUONO" CON L'AGGRAVANTE CHE LA LEGGE SI ABBATTERÀ PRINCIPALMENTE SUI PRIMI PERCHÈ I SECONDI HANNO PIÙ FACILITÀ A SOTTRARVISI POICHÈ NON HANNO FISSA DIMORA.

QUINDI INVECE DI PRODURRE PIÙ “SICUREZZA” SI FINIRÀ PER "CREARE" NUOVI PROBLEMI ALL'ECONOMIA DELLE IMPRESE E DELLE FAMIGLIE E ALLO STESSO TEMPO S'INTASERANNO LE AULE DI GIUSTIZIA E LE CARCERI GIÀ ORA INSUFFICIENTI. INOLTRE I RICORSI AI TRE GRADI DI GIUDIZIO RENDERÀ IMPRATICABILE PERSINO LE “ESPULSIONI”.

INSOMMA È UNA MISURA CONTROPRODUCENTE OLTRE CHE INIQUA. DI QUESTO, IL GOVERNO BERLUSCONI “COMINCIA” A RENDERSI CONTO, MA ESSENDO PRIGIONIERO DELLA SUA "DEMAGOGIA" CHE LO HA PORTATO A VINCERE LE ELEZIONI, ORA NON PUÒ FARNE A MENO, PENA LA PERDITA DEL CONSENSO.

LA SCELTA DI “RIMANDARE” AL PARLAMENTO L'APPROVAZIONE DI QUESTO NUOVO REATO, CON LA “GIUSTIFICAZIONE” DELLA DISCUSSIONE APERTA A TUTTI I CONTRIBUTI È UN ESEMPIO EVIDENTE DI QUESTA "INCERTEZZA".

L’IMMIGRAZIONE È UNA “GRANDE RISORSA” SE ACCOMPAGNATA DA UNA SAGGIA POLITICA DI “INTEGRAZIONE”, CHE PURTROPPO MANCA, SI TRASFORMA IN UN “INFERNO” SE VIENE “ABBANDONATA” A SE STESSA O VIENE “CRIMINALIZZATA”, COME INVECE STA AVVENENDO.
Raffaele B.

APRILEONLINE
Pd: si al decreto, no al reato di clandestinità
Marzia Bonacci, 21 maggio 2008, 20:36

Il governo ombra, per voce del suo responsabile degli Interni Minniti, boccia il provvedimento che criminalizza gli stranieri presenti illegalmente nel nostro Paese. Mentre approva il resto del pacchetto che si pone in continuità con quanto stabilito da quello Amato varato dal precedente esecutivo

A commentare il pacchetto sicurezza licenziato oggi dal Consiglio dei ministri a nome del governo ombra ci pensa, come è logico che sia, il suo ministro degli Interni Minniti. Dopo aver precisato la necessità della cautela nel formulare un giudizio, perché "bisogna prima leggere le carte", il responsabile del Viminale virtuale ha comunque espresso una valutazione positiva: "gran parte delle questioni sono già contenute nel pacchetto sicurezza Amato, varato dal governo Prodi", ha affermato infatti in conferenza stampa.

Maggiori poteri ai sindaci, la cancellazione del patteggiamento in appello per i reati di mafia, il ruolo della Dia e la banca dati del dna, così come le misure prese in materia di sicurezza urbana: sono questi alcuni degli elementi di continuità con il precedente decreto del centrosinistra a cui va la benedizione dell'attuale opposizione. Ma c'è un aspetto, non secondario, che rimane oggetto di scetticismo e polemica: l'introduzione del reato di clandestinità.

Una misura che Minniti non solo giudica "inconcludente" ma anche "inefficace" e "controproducente", perché "non distingue i criminali dai lavoratori, badanti in testa, che non hanno regolare permesso per colpa della legge Bossi-Fini". Il punto è che la penalizzazione della clandestinità, secondo il ministro ombra, "rischia di rendere impraticabile, se non in un tempo lontano, e cioè fino al terzo grado di giudizio, l'espulsione". Con conseguenze drammatiche sul settore della giustizia, dove "si rischia il collasso", così come su quello carcerario, dove verrebbe a crearsi un "sovraffollamento" drammatico.

Diversamente per il Pd la lotta alla presenza irregolare straniera va perseguita percorrendo due strade, che Minniti ha indicato con chiarezza: "l'effettività delle espulsioni" e "l'integrazione di chi lavora e non delinque". Per questo il responsabile degli interni democratico avverte che la scelta appare più "come una bandiera politica che un provvedimento in cui si crede davvero". Come a dire: quando il documento verrà discusso in Parlamento e l'opposizione proporrà l'abrogazione della penalizzazione della clandestinità, l'esecutivo dovrà trovare giustificazioni adatte a motivare la decisione.

Anche il vicepresidente del partito Latorre ha focalizzato la critica sul reato di immigrazione clandestina.

"Al di là degli aspetti di rispetto delle regole democratiche", ha detto, la misura presa dal governo "è un errore perchè aggraverà invece che risolvere il problema della sicurezza nel nostro Paese". La ricetta è si quella del pugno di ferro verso gli extracomunitari che delinquono e che "vanno assicurati alla giustizia in modo rigoroso", oltre a "dover essere espulsi", ma al contempo si deve comprendere che il problema più globale della sicurezza "non è riconducibile esclusivamente all'immigrazione", visto che sono moltissimi gli immigrati irregolari che lavorano in Italia e "che non possiamo identificare come delinquenti", ma al contrario bisogna "regolarizzare e integrare".

Anche per lui l'effetto da temere è che la clandestinità penalizzata non solo sovraccarichi il sistema carceri, ma spinga anche nelle braccia della delinquenza. Distinguere tra chi delinque e chi lavora all'interno del vasto e molteplice mondo della presenza straniera clandestina è, secondo Latorre, necessario "per una questione di giustizia" ma anche "perchè le famiglie e la nostra economia hanno bisogno del lavoro di queste persone".

Achille Serra, ex prefetto capitolino e oggi senatore democratico, boccia il provvedimento governativo: "Non è la ‘galera per tutti” la soluzione al problema". Al contrario si dovrebbe puntare "al recupero del controllo sul territorio, prevedendo pene immediate e certe per quanti commettono reati" e seguire la politica "degli accordi bilaterali con i Paesi di maggiore provenienza".

Del resto, la paralisi della giustizia, il lavoro in eccesso delle forze dell'ordine e il carico sul sistema carcerario sono, secondo l'ex prefetto, un pericolo che non farebbe altro che "esasperare la tensione sociale".

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