venerdì, febbraio 02, 2007

LE FARMACIE DIFENDONO L’ORARIO

ERA INEVITABILE CHE DOPO IL DECRETO BERSANI SULLA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO “VENDIBILI” ANCHE NEI SUPERMERCATI, L’AUTHORITY CHIEDESSE ANCHE LA LIBERALIZZAZIONE DEGLI ORARI DELLE FARMACIE.

INFATTI I LIMITI DEGLI ORARI, CHIUSURA FESTIVA, INFRASETTIMANALE E FERIE NON AGEVOLANO CERTO LA “CONCORRENZA” A VANTAGGIO DEI CONSUMATORI. QUESTI LIMITI CONSENTONO ANCHE L’ESISTENZA DELLE COSIDDETTE FARMACIE NOTTURNE.

LA FARMACIA NOTTURNA È UNA VERA NICCHIA PRIVILEGIATA PERCHÉ DI NOTTE NON VI È CONCORRENZA E ALLORA SU CON I PREZZI E MAGGIORAZIONI A TUTTO SVANTAGGIO DEI CONSUMATORI.

RISULTA COSI OVVIO CHE LA RAPPRESENTANZA DEI FARMACISTI “FEDERFARMA” SIA CONTRARIO ANCHE A QUESTA LIBERALIZZAZIONE ADDUCENDO A FALSE RAGIONI SECONDO CUI LA SOPPRESSIONE DELLE FARMACIE NOTTURNE SI RISOLVEREBBE A DANNO DEI CONSUMATORI.

IN REALTÀ UNA VOLTA SOPPRESSO I LIMITI DEGLI ORARI SARÀ SOLO IL NOME “NOTTURNO” AD ESSERE SOPPRESSO E NON LE FARMACIE MEDESIME. QUESTE INVECE OPERERANNO COME NORMALI FARMACIE PERCHÉ ANCHE LE ALTRE POTRANNO ESSERE APERTI DI NOTTE. QUINDI SU CON LA “CONCORRENZA” E COSÌ GIU CON I PREZZI, NO?

INFINE MA NON MENO IMPORTANTE È LO STESSO “PRIVILEGIO” DELLA “COMPETENZA” DEGLI ORARI AGLI STESSI RAPPRESENTANTI DEI FARMACISTI CHE È INACCETTABILE PERCHÈ CONSENTE LORO DI “OSTACOLARE” LA “CONCORRENZA”.

RISULTA COSÌ EVIDENTE LA PERMANENENZA DI LEGGI “SUPERATE” CHE PERMETTONO “PRIVILEGI” ANCORA IN TANTI SETTORI DI MERCATO IN ITALIA. L’AUTHORITY DOVREBBE CHIEDERE ANCHE L’ABOLIZIONE DI QUELLE “LEGGI” E IL GOVERNO A SOPPRIMERLE IN TEMPI RAPIDI.
Raffaele B.

REPUBBLICA
"Liberalizzazione degli orari" L'Antitrust contro le limitazioni sui turni
L'Autorità chiede l'eliminazione dei vincoli sull'apertura: "Limitano la concorrenza"Il decreto Bersani aveva già esteso la possibilità di vendita ad altri esercizi commerciali
2 febbraio 2007
ROMA - Liberalizzazione degli orari delle farmacie. A chiederla è l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in una segnalazione inviata al Governo, ai presidenti di Camera e Senato e alle Regioni. Nella nota si chiede che vengano liberalizzati orari, turni e ferie delle farmacie stabiliti su base regionale, per garantire maggiori opportunità di accesso ai farmaci da parte dei cittadini e offrire agli stessi farmacisti le armi necessarie per fronteggiare la concorrenza degli altri canali distributivi.
Secondo l'Antitrust è necessario puntare all'abbattimento dei limiti (e gli obblighi di uniformità) relativi all'orario di apertura giornaliero e settimanale, estendendo la facoltà di apertura degli esercizi al di là degli orari minimi previsti dalla normativa. Niente più giorni di chiusura obbligatoria domenicale, festiva e infrasettimanale, dunque, né limite minimo di ferie annuali.
L'Autorità sostiene infatti che "i vincoli che impediscono ai farmacisti di prestare i propri servizi oltre gli orari e i turni minimi appaiono restringere ingiustificatamente la concorrenza tra farmacie, impedendo l'ampliamento dell'offerta a beneficio dei consumatori''. L'abbattimento dei limiti sarebbe poi ''ancor più necessario'' alla luce del decreto Bersani che ha introdotto la possibilità di vendita dei farmaci senza obbligo di prescrizione da parte di esercizi commerciali diversi dalle farmacie.
L'Autorità segnala, infine, "gli aspetti problematici delle previsioni regionali che riconoscono competenze agli organismi rappresentativi dei farmacisti nella definizione dei limiti massimi di apertura al pubblico delle farmacie e delle relative deroghe". Se a decidere, dice l'Autorità guidata da Antonio Catricalà, "sono gli stessi rappresentanti dei farmacisti, c'è il rischio che si tenda ad uniformare l'attività degli associati limitando le loro autonome iniziative imprenditoriali"
Federfarma si dice invece contraria alla liberalizzazione degli orari. L'attuale turnazione, secondo il segretario nazionale della Federazione nazionale unitaria dei farmacisti italiani, Franco Caprino, "garantisce un migliore servizio, fornendo al cittadino una rete di farmacie omogenea sul territorio". "La liberalizzazione auspicata, senza turni e orari, porterebbe invece - aggiunge Caprino - solo ad un grande disordine e all'inevitabile chiusura delle farmacie notturne, a tutto danno dei cittadini".

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