giovedì, gennaio 18, 2007

G8 DI GENOVA – SPARITA LA PROVA CONTRO GLI AGENTI

C’ERA D’ASPETTARSELO CHE DI FRONTE ALLE GRAVI RESPONSABILITÀ DI UNA PARTE CONSISTENTE DELLA POLIZIA SUI FATTI DI GENOVA ORA “SPARISSE” LA “PROVA REGINA” A LORO CARICO.

È EVIDENTE CHE SE NON VERRÀ “RITROVATA” L’ESITO DEL PROCESSO NON POTRÀ CHE ESSERE SIMILE A QUELLI DI ALTRI FINITI IN “NULLA” E NEI QUALI SONO COINVOLTI PEZZI DEI “SERVIZI” DEVIATI E PERSONAGGI ECCELLENTI. SE A CIÒ AGGIUNGIAMO LA “SCARSA” COLLABORAZIONE DELLE FORZE DELL’ORDINE IL GIOCO È FATTO!

IL CASO G8 DI GENOVA ANDRÀ COSI AD AGGIUNGERSI AD ALTRI NUMEROSI INSOLUTI MISTERI ITALIANI “SENZA COLPEVOLI” E I RESPONSABILI DI QUELLE NEFANDEZZE CONTINUERANNO A SVOLGERE “IMPUNEMENTE” LE LORO “FUNZIONI” NELLO STATO “DEVIANDOLO” E “DEVASTANDOLO” ULTERIORMENTE.

DI GRANDE UTILITÀ IL SITO
SUPPORTO LEGALE REALIZZATO DA UN GRUPPO DI VOLONTARI CHE SEGUE I PROCESSI E DIFFONDE LE NOTIZIE IN RETE.
Raffaele B.

LAVOCEDITALIA
Processo G8: blitz alla Diaz, scompare la prova contro gli agenti
L’irruzione nella scuola durante il G8: non si trovano le molotov che sarebbero state portate dagli investigatori. Gli avvocati difensori:

Genova, 18 gen. - Le due molotov del G8 sono sparite. Le due bottiglie incendiarie rappresentano una delle prove a carico più pesanti nel processo contro i 29 poliziotti, imputati della irruzione nella scuola Diaz e di aver falsificato gli indizi per incastrare 93 ragazzi. Scomparse, svanite nel nulla. Ieri mattina, nel corso di un´udienza del processo, lo si e’ scoperto. Il presidente Gabrio Barone ha dato incarico alla procura di rintracciarle e i magistrati oggi chiederanno ufficialmente spiegazioni al questore Salvatore Presenti. Le prove possono essere svanite in molti modi e altrettanti uffici: all´ufficio corpi di reato di palazzo di giustizia il responsabile ha allargato sconsolato le braccia; alla questura, spiega il vice-dirigente della mobile Francesco Borré, "io sono arrivato alla squadra mobile nel 2002, un anno dopo il G8. Non abbiamo mai trattato quel reperto. Ma esiste un registro di carico e scarico. Ritengo che teoricamente dovrebbero essere agli atti della Digos". Inizia lo scaricabarile.
Le due bottiglie molotov addebitate ai 93 ragazzi arrestati durante l’irruzione alla scuola Diaz, dovevano essere la “prova regina”, la conferma della pericolosità di quegli studenti finiti in manette. Divennero invece il centro dell’inchiesta sui poliziotti coinvolti in quella sanguinosa perquisizione, perchè la “prova regina” era falsa. Fabbricata ad arte per incastrare i 93 no global e giustificare così il violentissimo pestaggio a freddo. I pubblici ministeri e i legali delle parti offese però al momento non perdono la pazienza: "Forse uno dei tanti pasticci della pubblica amministrazione, le molotov salteranno fuori nei prossimi giorni e comunque su quelle bottiglie, filmate e fotografate da ogni angolazione, sono stati fatti tutti gli accertamenti previsti". Gli avvocati difensori però non perdono l’occasione: "Le fotografie non possono sostituire l´oggetto. Senza corpo del reato il processo è finito". "Le fotografie di un oggetto - ha commentato l´avvocato Alfredo Biondi, difensore del vicequestore Pietro Troiani - non possono sostituire l´oggetto corpo del reato, che deve essere materialmente riconosciuto".
Nella storia di quest’inchiesta non è la prima volta che accedono misteriose sparizioni, poco prima del rinvio a giudizio dei poliziotti, accadde una cosa simile. Erano scomparsi i tabulati telefonici ottenuti dalla Wind. La questura di Genova sosteneva di averli inviati in procura. Alla fine, vennero ritrovati negli uffici della Squadra mobile. Incuria quindi, pressappochismo. Di certo però salta all’occhio la scarsa volontà a collaborare delle forze dell’ordine quando sono chiamate a indagare su se stesse.
Non riconoscono i compagni. Nelle ultime udienze infatti, è stata certificata l’impossibilità di identificare un poliziotto dalla fluente coda di cavallo fotografato in primo piano durante l’irruzione. Parla con altri agenti, dà ordini, ma nessuno l’ha riconosciuto. Stesso discorso per i firmatari del falsissimo verbale di arresto dei 93 no global ha saputo indicare di chi è la quindicesima firma posta sul documento.

CORRIERE DELLA SERA
Blitz alla Diaz, sparita la prova contro gli agenti
18 gennaio 2007
GENOVA — Dopo l’agente con la coda da cavallo e le firme sui verbali di arresto, ci siamo giocati anche Gutturnio e Colli Piacentini. Sparite nel nulla. Le due bottiglie molotov addebitate ai 93 ragazzi arrestati durante la sanguinosa irruzione alla scuola Diaz, non si trovano più. In quell’ormai lontano G8, luglio 2001, una vita fa, dovevano essere la «prova regina», la conferma della pericolosità dei giovani finiti in manette. Divennero invece il fulcro dell’inchiesta sui poliziotti coinvolti in quella sanguinosa perquisizione. La «prova regina» era falsa. Fabbricata ad arte per incastrare i 93 no global e giustificare così un pestaggio a freddo, violentissimo, una specie di rappresaglia…
CONTINUA

1 commento:

Anonimo ha detto...

Disgustoso...e poi parlano di giustizia...