sabato, dicembre 23, 2006

CASO WELBY E IL SILENZIO DELLA CHIESA

È ORMAI CHIARO A TUTTI CHE LA MORTE DI WELBY DERIVA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE DALL’INTERRUZIONE DI UNA INUTILE E CONTROPRODUCENTE TERAPIA CHE LO TENEVA ARTIFICIALMENTE IN VITA DA OLTRE 10 ANNI CON LA INTRODUZIONE DI ARIA NEI POLMONI ATTRAVERSO LA TRACHEA.

IL DOTTORE SI È LIMITATO A FARE QUANTO RICHIESTO DALLO STESSO WELBY, E CIOÈ A SEDARLO PERCHÉ NON SOFFRISSE PER IL DISTACCO DELLA MACCHINA RESPIRATRICE.

NEL FRATTEMPO, NÉ LA POLITICA, NE LA GIUSTIZIA E NÉ LA CHIESA AVEVANO DATO UNA RISPOSTA ALL’UOMO SOFFERENTE. QUESTE "ISTITUZIONI" SI SONO DIMOSTRATE "IMPOTENTI" E NON "RISOLUTE". ESSE SI SONO “IMPANTANATE” IN DIATRIBE “INFINITE” SU QUESTIONI DI “PRINCIPIO” BASATE SOLO SULLA RELIGIONE CATTOLICA. IN TAL MODO LO STATO, CHE DEVE GARANTIRE I DIRITTI A TUTTI I CITTADINI INDIPENDENTEMENTE DALLE LORO RELIGIONI, NON HA POTUTO ESERCITARE LA SUA FUNZIONE IN MODO DIRETTO.

IL DOTTORE HA POTUTO AGIRE COSÌ SOLO GRAZIE AL SUO "CORAGGIO" E AGLI ARTICOLI 12 E 32 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA E PER QUESTO SI METTE A DISPOSIZIONE DELLA MAGISTRATURA PER RISPONDERNE. ALTRI NON SE LA SENTIVANO, OVVIAMENTE!

ANCHE SE NON ESISTE NEL NOSTRO ORDINAMENTO UNA "DEFINIZIONE" CONDIVISA DELL’EUTANASIA, DAL CENTRODESTRA LO SI GRIDA CON UNA CERTA IMPRUDENZA E SI CHIEDE CON INSISTENZA DI PROCEDERE "PENALMENTE" CONTRO IL DOTTORE.

NEL FRATTEMPO, MENTRE IL VICARIATO “RIFIUTA” IL FUNERALE A WELBY, LA CHIESA SI DIMOSTRA PIÙ “PRUDENTE” SU QUESTA QUESTIONE FACENDO CALARE IL “SILENZIO”, TANTÈ CHE IL PAPA PREFERISCE ADESSO “PRONUNCIARSI” SULLE COPPIE DI FATTO!
CHIARO, NO?
Raffaele B.

ILGIORNALE
Marino: «Ognuno può dire basta a cure intollerabili»
di Redazione da Roma
sabato 23 dicembre 2006
«Ognuno di noi ha diritto di chiedere l’interruzione di un percorso terapeutico quando lo ritenga non soltanto inappropriato ma anche intollerabile per se stesso». Il presidente della Commissione Sanità del Senato, il professor Ignazio Marino della Margherita, ha incontrato Piergiorgio Welby pochi giorni fa e si dice certo della sua determinazione a seguire la strada della «rinuncia a una tecnologia che riteneva inappropriata».

Non si tratta di eutanasia?
«L’eutanasia è un intervento attivo, di solito un’iniezione di cloruro di potassio che in pochi secondi fa cessare il battito cardiaco. In quel caso si uccide. In questo invece al contrario si sospende una terapia che si ritiene non appropriata e si configura come accanimento terapeutico».

Il Consiglio superiore di sanità aveva detto che nel caso Welby non c’era accanimento terapeutico.
«Non voglio polemizzare ma certe decisioni le può prendere soltanto il medico insieme al paziente: le istituzioni non possono inserirsi in questo rapporto perché soltanto il medico curante può far capire al paziente l’efficacia reale di una terapia».

La Cdl parla di omicidio.
«Chiedo ai responsabili politici dell’opposizione di non gridare e invece di aprire una riflessione senza piantare bandiere ideologiche. Nel Catechismo della Chiesa cattolica è scritto che “l’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o da coloro che ne hanno legalmente il diritto sempre rispettando la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente”».

ILGIORNALE
La Chiesa non fa il funerale a Welby
di Redazione
sabato 23 dicembre 2006
Niente funerale per Piergiorgio Welby: per il Vicariato la sua richiesta di morire «è in contrasto con la dottrina cattolica». Il caso ha aperto una spaccatura nell’Unione, mentre sui temi etici è intervenuto direttamente il Papa: «Non posso più tacere la mia preoccupazione per le leggi sulle coppie di fatto».

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