giovedì, novembre 30, 2006

G8 DI GENOVA – PLACANICA RITRATTA

DICHIARAZIONI CLAMOROSE DELL’EX CARABINIERE MARIO PLACANICA A DISTANZA DI ANNI DAI FATTI INQUIETANTI DI GENOVA PERCHÉ AVREBBE TROVATO SOLO ORA LA SICUREZZA E IL CORAGGIO NECESSARI PER FARLO.

DICHIARA, CONTRARIAMENTE A QUANTO FINORA NOTO CHE EGLI NON HA POTUTO UCCIDERE CARLO GIULIANI IN QUANTO AVREBBE SPARATO I DUE COLPI IN ALTO.

INSOMMA PLACANICA SAREBBE STATO IL “CAPRO ESPIATORIO” DI QUESTA VICENDA PROBABILMENTE PER COPRIRE QUALCUN ALTRO A SUA INSAPUTA. È SUA L’ESPRESSIONE DI “ESSERSI TROVATO IN UN INGRANAGGIO PIÙ GRANDE DI LUI”.

PLACANICA HA DECISO DI “PARLARE” E DIRE TUTTO QUELLO CHE SA. HA PARLATO ANCHE A RAI3 PRIMO PIANO CON IL PADRE DI CARLO QUESTA SERA ALLE 23,30.

NON RESTA CHE RIAPRIRE DUNQUE IL CASO E PROCEDERE CON LA ISTITUZIONE DELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PERCHÉ SI FACCIA PIENA LUCE E SI RISTABILISCA LA VERITÀ DEI FATTI E CON ESSE LE VERE RESPONSABILITÀ PER TROPPO TEMPO DISATTESE E SOTTOVALUTATE.
Raffaele B.


CORRIERE DELLA SERA
Sparai in aria e non contro Giuliani
29 novembre 2006

L' ex carabiniere accusato e poi prosciolto per la morte di Carlo Giuliani, avvenuta il 20 luglio del 2001 durante il G8 a Genova.
CATANZARO - «Continuavano con il lancio di oggetti, io ho gridato che avrei sparato. Poi ho sparato in aria. Due colpi, tutti e due in aria». È quanto racconta in una lunga intervista (due pagine) al quotidiano Calabria Ora, Mario Placanica, l' ex carabiniere accusato e poi prosciolto per la morte di Carlo Giuliani, avvenuta il 20 luglio del 2001 durante il G8 a Genova.

Placanica ricostruisce il suo arrivo a Genova ed il rapporto con i suoi superiori che «gridavano sempre. Ci dicevano di stare attenti, ci raccontavano che ci avrebbero tirato le sacche di sangue infetto. Ci dicevano di attacchi terroristici. La sensazione era come se dovessimo andare in guerra». Sui fatti di Piazza Alimonda, l'ex carabiniere aggiunge: «Ci hanno lasciati soli, ci hanno abbandonato. Potevano intervenire perchè c'erano i carabinieri e anche gli agenti della polizia. Potevano fare una carica per disperdere i manifestanti e invece non hanno fatto niente. Quel momento è durato una vita».

Al rientro di Placanica in caserma, i colleghi «mi chiamavano - racconta - il killer. Hanno fatto una festa, mi hanno regalato un basco del Tuscania, "benvenuto tra gli assassini", mi hanno detto. Si, erano contenti. Dicevano: "Morte sua vita mia", cantavano canzoni. Hanno fatto una canzone anche su Carlo Giuliani. Io ero assente, non volevo stare con nessuno, mi sentivo troppo male». L'ex carabiniere illustra anche la vicenda relativa al congedo dall'Arma e dice di essere «un capro espiatorio usato per coprire qualcuno. Le porte sono chiuse per Placanica. Però se vengo congedato per problemi psichici chi mi crede».

A distanza di cinque anni dalla morte di Carlo Giuliani, Placanica ritiene di essersi trovato in «un ingranaggio più grande di me. Ero nel posto sbagliato, non si potevano mandare ragazzi inesperti e armati in quella situazione. Secondo me sul G8 non è stata detta tutta la verità. Ci sono troppe cose che non sono chiare, come ad esempio: perchè alcuni militari hanno "lavorato" sul corpo di Giuliani? Perchè gli hanno fracassato la testa con una pietra? Ritengo che cremare il corpo di Giuliani sia stato un errore, forse si sarebbe potuto scoprire di più. Sono alla ricerca della verità. Come fanno a dire che l'ho sparato in faccia. Non è vero. È impossibile. Non potevo colpire Giuliani. Ho sparato sopra la ruota di scorta del Defender». Oggi sul Quotidiano della Calabria si riferisce, inoltre, che questa «nuova verità» di Placanica sarebbe circolata ieri «negli ambienti del Viminale» e si parla di un «colloquio confidenziale» dello stesso Placanica.

Le sue parole non sono passate sotto silenzio. «Le rivelazioni dell'ex carabiniere Placanica rivelano un inquietante tessuto di menzogne da parte delle forze dell'ordine nei confronti dell'omicidio di Carlo Giuliani al G8 di Genova - ha dichiarato Giovanni Russo Spena, capogruppo del Prc al Senato -. serve una commissione parlamentare d'inchiesta sul G8, sempre più indispensabile, concordata nel programma dell'Unione. Finora ci sono state delle resistenze ad istituirla. Devono immediatamente cessare». Sulla commissione d'inchiesta si sono dette d'accordo diverse forze del centrosinistra, la proposta solleva però perplessità nella Cdl. Per il capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa, «si trasformerebbe in un tentativo di mettere sotto accusa le forze dell’ordine, secondo una vecchia abitudine». Lo stesso Placanica ha però commentato positivamente: «Ben venga, sarebbe l' occasione per fare luce su quello che è accaduto quel giorno».

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