venerdì, novembre 17, 2006

CELLULARI – COSTI DI RICARICA

A SEGUITO DELLA PETIZIONE SUL WEB LANCIATA DALLO STUDENTE ISCHITANO ANDREA D’ADDA (inserito nei preferiti) CHE HA RACCOLTO INASPETTATAMENTE 700.000 FIRME, È STATO POSSIBILE ATTIVARE LA COMMISIONE EUROPEA CHE A SUA VOLTA HA “COSTRETTO” L’ANTITRUST E L’AUTORITÀ ITALIANE AD OCCUPARSI DEL “COSTO DI RICARICA” PER LA SUA INIQUITÀ E PER LA SUA UNICITÀ PERCHÉ APPLICATO SOLO IN ITALIA.
PER MOLTO TEMPO, DENUNCIA LO STUDENTE, È STATO “SNOBBATO” SIA DALLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI CHE DAI PARTITI POLITICI, IL CHE “RIVELA” FORTI PRESSIONI DELLE LOBBY DELLE COMUNICAZIONI. COSTORO ORA VOGLIONO “SALIRE” SUL CARRO DEL VINCITORE E DARSI DA FARE, IL CHE NON GUASTA.
IL BLOG DI BEPPE GRILLO, RAI TRE E RAINEWS24 SONO STATI GLI UNICI A CONTRIBUIRE ATTIVAMENTE CON ANDREA D’ADDA . NON RESTA CHE SPERARE NELLA “ABOLIZIONE” DEL BALZELLO E “COSTRINGERE” LE IMPRESE AD OPERARE IN “CONCORRENZA” EFFETTIVA NELL’INTERESSE DEL CONSUMATORE COME NEL RESTO D’EUROPA.
SI RACCOMANDA ANCHE DI PRESERVARE TUTTE LE RICARICHE PER LA POSSIBILITÀ DI RICHIEDERE IL RISARCIMENTO ATTRAVERSO “AZIONI LEGALI DI MASSA” COSIDDETTA "CLASS ACTION" (ORA POSSIBILE CON LE NUOVE LEGGI) CONTRO I GESTORI TELEFONICI.
Raffaele B.


ILMERIDIANO
Il balzello non ha più scampo. La ricarica si deve “adeguare”
Mariangela Mariani
17.11.2006 ore 12:40:00

Roma - Vince chi colleziona i tagliandi delle ricariche. Solo i più lungimiranti avranno in premio il rimborso dopo aver sconfitto i gestori della telefonia mobile, che fino ad oggi hanno vessato i cittadini con un inutile costo aggiuntivo, che andava a rimpinguare le loro casse. Il costo di ricarica non era certo una tassa come volevano far credere le compagnie telefoniche. Non ci è cascato
Andrea D’Ambra, coraggioso studente ischitano di 23 anni, il “paladino della ricarica” che da solo ha ingaggiato una battaglia contro le “grandi” della telefonia. Il giovane studente in Scienze Politiche si è rivolto alla Commissione europea che, a sua volta, ha chiamato in causa Antitrust e Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, praticamente “costrette” ad avviare nel mese di giugno un’indagine congiunta che avrebbe dovuto concludersi già da mesi.
Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi è giunto ieri l’esito dell’indagine condotta dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato e dell’Agcom, entrambe convinte che sia necessario «un intervento di rimodulazione sul contributo di ricarica dei cellulari per restituire alla concorrenza tutte le componenti di prezzo della telefonia mobile e ottenere in prospettiva rilevanti riduzioni delle tariffe». In una nota congiunta si legge che ci sono i margini per un intervento dell’Agcom – in relazione agli elevati contributi di ricarica – per garantire tutte le fasce di clientela, specie quelle economicamente più deboli. «La revisione, anche totale, del contributo fisso renderebbe più trasparente le offerte e ne aumenterebbe la comparabilità – scrivono le due Autorità -. Verrebbe inoltre eliminato quel carattere di regressività del costo di ricarica, che incide in misura maggiore sui tagli inferiori, creando effetti distorsivi per i consumatori più deboli» . Agcom ed Antitrust concordano con D’Ambra nell’affermare che il balzello è “un’anomalia italiana”.
La petizione lanciata dal giovane studente sul sito
http://www.aboliamoli.eu, dove è stato documentato ogni passaggio della battaglia partita nel mese di aprile, ha raggiunto le 700mila firme, in parte già inviate alla Commissione europea, che presto avrà tra le mani anche l’indagine. Eppure, a quanto pare, D’Ambra ha vinto la battaglia ma non la guerra, perché le Autorità hanno in parte deluso le aspettative di chi attendeva dall’oggi al domani la cancellazione della finta tassa.
«L’abolizione dei costi di ricarica arriverà a breve, secondo quanto dice l’Antitrust – assicura soddisfatto Andrea D’Ambra a “Il Meridiano” -. Gli operatori si devono adeguare, altrimenti interverrà l’Agcom. Questo accoglie tutte le nostre richieste. L’Antitrust ha fatto un’imposizione ed ora c’è anche la commissione europea che potrà dare la sua opinione in merito, quindi se gli operatori non si adeguano da soli l’Agcom lo dovrà fare per forza, non c’è via di scampo. Noi adesso chiediamo agli operatori di rimborsarci tutti i costi di ricarica sostenuti finora dagli utenti, derubati dai gestori che hanno guadagnato 1,7 miliardi di euro con questo balzello. Ho lanciato da solo una petizione che mai aveva raggiunto un risultato così notevole, senza il sostegno di partiti politici o associazioni dei consumatori, che inizialmente mi hanno ignorato, e poi dopo, quando l’iniziativa ha avuto successo mediatico, hanno cercato di salire sul carro del vincitore. Penso che ci sia di che essere soddisfatti e ora attendiamo l’abolizione concreta, ma penso che sia ormai questione di poco tempo».
L’ostinazione di un cittadino, stanco di pagare un costo inutile, ha avuto la meglio. «Nella battaglia Davide contro Golia Davide può vincere, questa ne è la dimostrazione – afferma D’Ambra -. Ci sono interessi miliardari in gioco: oggi (ieri, ndr) il titolo Telecom in borsa ha perso lo 0,7 per cento solo grazie a questo annuncio. È una grande vittoria dei cittadini, del popolo della rete e anche di Beppe Grillo che ha dato un grande sostegno alla petizione».Il contributo di ricarica, secondo Agcom e Antitrust, non ha fatto altro che «elevare il prezzo al minuto di una percentuale costante: in sostanza, a parità di prezzo al minuto, l’acquisto di ricariche di piccolo taglio comporta un incremento del prezzo complessivo anche sensibilmente superiore rispetto a quello applicato per i tagli di importo maggiore».
Il Codacons, intanto, ha sporto denuncia contro i gestori della telefonia mobile e invita la magistratura di tutta Italia ad accertare l’eventuale fattispecie di aggiotaggio nei confronti delle compagnie telefoniche, per aver messo in atto una manovra diretta a tenere elevati i prezzi. L’associazione dei consumatori, inoltre, intende avviare una serie di cause per conto di utenti che vogliono farsi restituire i soldi spesi per ricaricare il credito del proprio telefonino. «Invitiamo tutti i cittadini – ha detto il presidente Carlo Rienzi, sulla scia di D’Ambra - a conservare le ricariche o le ricevute di avvenuta ricarica, così da poter avviare azioni di massa dinanzi ai giudici di pace contro i gestori telefonici, chiedendo non solo la restituzione di quanto pagato, ma anche gli interessi maturati su tali costi. E se l’Antitrust e l’Agcom non prenderanno seri provvedimenti per cancellare i costi di ricarica - conclude Rienzi - siamo pronti a citare in giudizio i presidenti delle due autorità».
Secondo l’Associazione per la difesa e orientamento dei consumatori «il miliardo e 700 milioni calcolato dalle Autorità quale somma pagata in più dagli utenti oltre al traffico accreditato nel 2005, non è l’unica entrata percepita preventivamente dalle compagnie senza che alcun servizio sia fornito al consumatore. Il termine di durata del traffico disponibile - spiega il presidente Carlo Pileri - è un altro aspetto che meriterebbe di essere approfondito dall’indagine». L’Adoc ha calcolato che circa 800mila utenti all’anno perdono in media 7 euro di traffico a causa del termine temporale arbitrariamente imposto dal gestore.E mentre gli utenti continuano a pagare spese inutili resta una certezza: quando la “sovratassa” sarà abolita, alla prossima ricarica, bisognerà dire un “grazie” anche ad Andrea D’Ambra.

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