venerdì, ottobre 13, 2006

BIMBA BIELORUSSA – CASO SOTTO ESAME

IL CASO DELLA BIMBA VIKA (EX-MARIA) DELLA BIELORUSSIA VIENE, COME GIÀ DETTO NELL’ARTICOLO PRECEDENTE, PORTATO DAVANTI AL TRIBUNALE DELL’AJA CON UNA RICUSAZIONE DELLE PSICOLOGHE ITALIANE RIENTRATE A GENOVA RITENUTE NON LEGITTIMTE A RAPPRESENTARE GLI INTERESSI DELLA BAMBINA PROPRIO PERCHÉ SI SONO PRESTATE AD UNA PROCEDURA NON DEONTOLOGICA A CUI AVREBBERO DOVUTO INVECE OPPORSI.

NEL FRATTEMPO SI È COSTITUITO UN GRUPPO TRASVERSALE DI PARLAMENTARI IN UN COMITATO PER "FARE CHIAREZZA": FRANCA RAME ED EGIDIO PETRINI DI (IVD); FURIO COLOMBO DEI (DS); STEFANIA PRESTIGIACOMO DI (FI) E L´EX DEPUTATO MARIO SEGNI (CON LORO È ANCHE GIORGIO BORNACIN, (AN), CUGINO DI CHIARA) SOSTENGONO CHE IL GOVERNO ITALIANO HA “VIOLATO” LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI, FACENDO "PREVALERE LA RAGION DI STATO".

ORA DOBBIAMO AUGURARCI CHE IL GOVERNO PRODI FACCIA CHIAREZZA AL PIÙ PRESTO E SENZA INDUGI SU QUESTA VICENDA ANCHE PER DISSIPARE INQUIETANTI E LEGITTIMI SOSPETTI SUL REALE STATO DI SALUTE DELLA BAMBINA E CHE ELLA NON SIA INVECE SOTTOPOSTA AD UNA PROBABILISSIMA  PUNIZIONE POLITICAPER LE SUE DENUNCE CONTRO” L’ISTITUTO DEL SUO PAESE!  VI SONO MOLTI SEGNALI CHE LO RIVELANO!
Raffaele B.


AGI
BIMBA BIELORUSSA: IL CASO SOTTOPOSTO ESAME TRIBUNALE DELL'AJA
121942 OTT 06
(AGI) - Genova, 12 ott. - Presentata dal Presidente del Comitato Internazionale Diritti umani, Yasmin von Hohenstaufen, una denuncia per l'ostinata resistenza a dare prova dello stato di salute della piccola Vika, la bimba bielorussa al centro di un contenzioso, nato dal rifiuto della famiglia Giusto, di consegnare alle autorità bielorusse, secondo un accordo consolidato, la piccola Vika in attesa del completamento dell'iter per l'affido.

Destinatari della denuncia sono il Presidente del CSM e il Presidente della Repubblica, On. Napolitano. La denuncia e' stata depositata al Tribunale dell'Aja e a Strasburgo, per presunto sequestro di persona nei confronti di minore, presunta violenza psicologica e concorso in istigazione al suicidio o presunto omicidio colposo della piccola Vika, presunto concorso in ricorso a tecniche di lavaggio del cervello.

In relazione alle dichiarazioni delle due psicologhe italiane che sono rientrate in Italia, senza dare alcuna prova pubblica ed ufficiale dell'esistenza in vita della piccola Viki o delle sue condizioni, il Comitato Internazionale diritti umani ha dichiarato che le stesse non hanno alcuna legittimazione nel dare assicurazioni o a decidere quale sia il bene di Maria essendo state parte attiva di una procedura pedagogicamente opinabile che avrebbero dovuto deontologicamente ricusare.

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