domenica, novembre 13, 2005

IRAQ, TALABANI NEGA L’EVIDENZA

SCONCERTANO LE PAROLE DEL MINISTRO CURDO IRACHENO TALABANI CHE NEGA LA FONDATEZZA SULL’USO DI ARMI CHIMICHE A FALLUJIA NONOSTANTE LE SCHIACCIANTI PROVE E AMMISSIONI DEI RESPONSABILI E LA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE! COSTUI NON SI VERGOGNA DI NEGARE L’EVIDENZA DEI FATTI A PARTIRE DA TUTTE LE VICENDE DI CUI GLI OCCUPANTI SI SONO RESI RESPONSABILI AI DANNI DI COMUNI IRACHENI, VEDI LE TORTURE IN ABU GHRAIB CUI NESSUNO NEGA PIÙ O ADDEBITA ALLA PROPAGANDA DEI TERRORISTI. TALABANI INVECE SEMBRA FARLO IN MODO SFACCIATO NASCONDENDOSI DIETRO GLI “OCCUPANTI DI BUSH” SUOI PROTETTORI E LA SFRUTTATISSIMA PROPAGANDA TERRORISTICA.  
SE NON SI VUOLE FARE UN TORTO ALLA INTELLIGENZA VIENE DA DIRE CHE O IGNORIAMO CIÒ CHE AVVIENE INTORNO A NOI OPPURE SIAMO COMPLICI. SI, COMPLICI E FANTOCCI, IN QUESTO CASO ULTERIORE ALIMENTO DEL TERRORISMO!
SPERO PROPRIO CHE PRODI E IL CENTROSINISTRA CI RIPENSI E VALUTI SERIAMENTE A RITIRARE SENZA INDUGIO I NOSTRI MILITARI UN MINUTO DOPO IL SUO POSSIBILE INSEDIAMENTO E LO SOSTITUISCA CON UTILI AIUTI  UMANITARI ED ECONOMICI.
Raffaele


REPUBBLICA
Talabani: "Prodi mi ha promesso un ritiro concordato dall'Iraq"12 novembre 2005
E l'anziano leader precisa: nel mio Paese c'è bisogno di truppe straniere almeno fino alla fine del 2006.

ROMA - Romano Prodi "mi ha promesso, in caso di vittoria alle elezioni, che il ritiro delle truppe italiane sarà graduale, programmato e concordato con il governo iracheno". E che comunque dell'eventuale inizio di un disimpegno delle forze della coalizione si potrà parlare solo verso la fine del 2006. Ma questa promessa, ha riferito oggi il presidente iracheno Jalal Talabani, non è venuta solo dal leader dell'Unione, ma anche dal segretario dei Ds Piero Fassino, dal presidente Massimo D'Alema e dal segretario dei Dl Francesco Rutelli…CONTINUA

Smentita secca, infine, per le notizie di fonte giornalistica che segnalavano l'uso di armi chimiche, per la precisione bombe al fosforo bianco, da parte americana, durante la cruenta presa di Falluja: "si tratta di propaganda terroristica", ha tagliato corto il curdo iracheno Talabani. "L'Iraq è un Paese aperto, visitato da migliaia di giornalisti internazionali e da tante Ong: dopo un anno sarebbe stato facile scoprire la verità".
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