giovedì, ottobre 13, 2005

IL FUTURO E' NELL'IDROGENO?

QUESTA NOTIZIA MI SEMBRA MOLTO IMPORTANTE E NELLO STESSO TEMPO POCO DIVULGATA DAI MEDIA UFFICIALI. SI VUOLE QUI TENTARE DI DIVULGARLA ANCHE PERCHE' VI E' UN ATTEGGIAMENTO GENERALE NEGATIVO (DAI PETROLIERI, MERCATO FINANZIARIO MONDIALE, ETC..) CHE TENDE A MINIMIZZARE SE NON ADDIRITTURA A CONSIDERARE L'IDROGENO NON COME UNA VALIDA ALTERNATIVA AL PETROLIO NEI PROSSIMI 5-15 ANNI.

SAPPIAMO CHE L'IDROGENO E' UN VETTORE DI ENERGIA COME D'ALTRONDE LO E' PURE IL PETROLIO.
LA DIFFERENZA E CHE ESTRARRE IL PETROLIO COSTA MENO MA PRODUCE INQUINAMENTO DAL COSTO INESTIMABILE!

L'IDROGENO COSTA DI PIU' E' VERO MA NON PRODUCE INQUINAMENTO.

CONCLUSIONE IL COSTO FINALE DI QUEST'ULTIMO E' DI MOLTO INFERIORE ED E' A BENEFICIO DI TUTTI. CIO' IMPLICA SCELTE POLITICHE ED ECONOMICHE EPOCALI DIFFICILI DA FARE PER LE FORTI RESISTENZE MA CHE ALLA FINE DOVRANNO ESSERE FATTI SE NON SI VUOLE LA FINE DELLA CIVILTA'.

IN FONDO ALL'ARTICOLO VI SONO ALTRI DUE COLLEGAMENTI: UNA TESI A FAVORE E UNA CONTRARIA.
Raffaele
Idrogeno, carburante per un lavoro futuro
13 ottobre 2005

L’idrogeno “s’impara” in un ateneo italiano. A partire da quest’anno accademico, l’Università del Sannio ha organizzato infatti a Benevento un master universitario in energia dell’idrogeno, che fornirà ai partecipanti la preparazione per valutare correttamente gli aspetti economici e di impatto ambientale del gas, in alternativa ai convenzionali vettori energetici utilizzati.
Responsabile del master è Filippo De Rossi, ordinario di fisica tecnica ambientale all’Università beneventina. “Il master – spiega – è frutto di una collaborazione tra il Cesi, ente impegnato da decenni nella ricerca di fonti alternative di energia, la Regione Campania e il nostro ateneo. Si tratta del primo corso universitario di questo tipo che viene avviato in Italia. Ma la cooperazione tra questi enti e istituzioni è più ampia, e riguarda diverse iniziative comuni”.

Le sole attività di ricerca e sviluppo e di produzione dell’idrogeno da fonti rinnovabili (irraggiamento solare, flusso delle acque, vento, biomasse) potrebbero creare nuovi posti di lavoro – le ricerche congiunte di Enea e Cnr parlano addirittura di 70mila nuovi occupati nell’arco di due-tre anni – , in maggioranza proprio al Sud, dove le risorse sono disponibili in misura superiore che in altre parti d’Italia. Per non parlare dello sviluppo delle infrastrutture e dei sistemi di stoccaggio, trasporto e distribuzione. “E’ indispensabile però che gli enti locali siano disponibili ad appoggiare iniziative legate all’idrogeno – sottolinea De Rossi – così come è avvenuto in Campania, dove Regione e Provincia hanno sostenuto l’Università del Sannio. Il nostro è un prototipo di piccole dimensioni; se si dimostrerà valido potrà essere sviluppato”...CONTINUA
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Intervista all’ingegnere Nicola Contrisciani, dell’Enea

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